Il reparto Hospice compie 10 anni
8 Maggio 2023Alloggi Sociali in centro a Laveno
17 Luglio 2023I cassetti non parlano
Spettacolo sul tema dell’Alzheimer – Regia di Paola Manfredi –
Lo spettacolo I cassetti non parlano nasce da una trentina di interviste a caregiver (soprattutto familiari), infermieri, educatori, psicologi, O.S.S. e volontari, raccolte tra Veneto e Lombardia presso fondazioni private convenzionate, che hanno al loro interno reparti di lunga degenza per malati di Alzheimer o demenze senili. Nelle interviste si racconta la vita di persone, donne per la maggioranza, tra i settanta e i novant’anni anni, colpite dalla malattia. “Durante il lavoro di raccolta, ci è stato permesso di osservare i pazienti nelle loro attività giornaliere con gli educatori nel nucleo protetto. Lo spettacolo ha debuttato nel novembre 2021. Abbiamo cercato di rappresentare il corto circuito che potrebbe generarsi nella mente dei malati tra i dati reali e i ricordi che riemergono in forma confusa: personaggi dei fumetti, della storia, del cinema e della televisione vengono a sostituire, ad accompagnare le figure familiari e ad assumerne i ruoli.” Le storie presenti nel vasto materiale raccolto sono state smontate e ricomposte per costruire brevi narrazioni esemplari di vicende familiari e cliniche ambientate in vari contesti: la casa, lo studio medico, la RSA. Tutti questi ambienti sono inseriti in un bosco, dove accanto ai malati agiscono figure con teste di animali, che impersonano familiari e personale di cura.
I deficit cognitivi dell’anziano, le demenze in generale, il morbo di Alzheimer in particolare, stanno arrivando ad assumere i connotati di un’emergenza sociale, oltre che medica. Anche il teatro può fare la sua parte nell’integrazione delle persone affette da queste malattie.
Nel 2019, Teatro Periferico ha condotto un’esperienza presso due RSA durante la quale sono state raccolte numerose interviste a caregiver, infermieri, educatori, psicologi, O.S.S. e volontari. Da lì, si è passati alla costruzione dello spettacolo.
In scena diversi malati, con tipologie differenti di demenza, e i loro ricordi, che riguardano la vita precedente, i rapporti con i familiari, le situazioni di cura. Nella mente del malato tutto si confonde: “Ho un minestrone nella testa”, dice uno di loro. Ecco che i personaggi reali si mescolano a quelli della televisione, ai personaggi delle fiabe e dei cartoni animati, cui si aggiungono le poesie imparate a scuola, i vecchi motivetti, le figure dei libri dell’infanzia.