“Padre, qui non è tutto; il resto è in noi.”

Le origini: aiuto ai contadini

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Con disposizione testamentaria 13 novembre 1869, il Sacerdote Leopoldo Perabò De Colombani fondava l’Opera Pia Perabò allo scopo di istruire i paesani di Cerro Lago Maggiore (oggi frazione del comune di Laveno Mombello) e dei comuni limitrofi nella messa a coltura dei terreni incolti.

Lasciò all’Opera gran parte dei suoi beni, tra cui il Palazzo Perabò nel centro di Cerro, con splendida vista sul Lago Maggiore e sulle Alpi.

L’Istituzione venne eretta in Ente Morale nel 1884 e con lo statuto approvato nel 1885 assunse la denominazione di Istituto Pio Perabò.

La trasformazione dello scopo sociale

Nel volgere dei successivi decenni la popolazione dei comuni (Laveno, Mombello, Cerro, Leggiuno), con lo sviluppo industriale, si trasformava da agricola in operaia. La possibilità di perseguire i fini statutari si riduceva anche per effetto dell’inflazione.

Il venir meno della famiglia agricola patriarcale poneva nuovi problemi assistenziali, tra i quali il ricovero di inabili e anziani. Nel 1943 il Palazzo Perabò venne adibito al ricovero degli anziani.

Lo Statuto originario dell’Ente venne riveduto e con il nuovo Statuto del 1958 l’Opera Pia Perabò aggiungeva alle proprie finalità l’assistenza ai vecchi ed ai poveri d’ambo i sessi, assumendo la denominazione “Casa di Riposo Perabò – Opera Pia”.

Nel 1960 assunse la Presidenza del Consiglio di Amministrazione dell’Opera Pia l’avvocato Franco Bassani, un imprenditore che aveva portato la società del Plasmon a imporsi come nota marca di biscotti e alimenti per l’infanzia, con attenzione agli aspetti nutrizionali.

La storia “dei” Bassani

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Menotti Bassani nacque nel Gennaio del 1864 a Laveno. “Suo padre, Gerolamo Bassani, assai valente ed apprezzato maestro, vero e tenace pioniere della cultura popolare, ardente patriota”, si distinse in modo speciale nella battaglie che Giuseppe Garibaldi ingaggiò a Laveno e nel varesotto; per riconoscenza Garibaldi promise di tenere a battesimo il nascituro ultimo figlio di Gerolamo, a cui impose anche il nome di Menotti, ricordando così il proprio figliolo. Durante la sua carriera da maestro elementare inoltre aveva molto operato per la diffusione della cultura istituendo per i suoi allievi una scuola di canto, prestando volontario insegnamento nelle scuole serali, aprendo una scuola di disegno e fondando, assieme ad altri, la Biblioteca circolante popolare di Laveno.

In continuità col padre, Menotti Bassani diede prova durante la sua vita di grande intraprendenza e intelligenza. Creò a Milano un’importante tipografia, lavorando con grandi editori, e con la moglie Ida Polli fece costruire nel 1910 la villa sul lungolago di Laveno progettata dall’architetto Sommaruga.

In quella villa tornò a risiedere il figlio Franco con la moglie Eugenia (Giannina) Scotti nel decennio 1960, vendendo l’azienda Plasmon e dedicando gran parte dei suoi averi e i suoi successivi attivissimi trent’anni di vita, allo sviluppo dell’Opera Pia, oggi Fondazione intitolata a suo padre Menotti.

Costruzione e gestione

Nei primi anni “sessanta” venne avviata l’acquisizione di terreni nella località Brianza di Laveno e la costruzione dei primi padiglioni del nuovo complesso ove la Casa di Riposo Perabò – Opera Pia, venne trasferita nel luglio 1966. Il Palazzo Perabò di Cerro fu ceduto nel 1972 all’Amministrazione Comunale di Laveno Mombello, la quale lo destinò al nuovo Museo della Terraglia, oggi Museo Internazionale del Design Ceramico (MIDeC).

L’Opera Pia Casa di Riposo Perabò aveva assunto nel 1966 la denominazione “Casa di Riposo Perabò Bassani Menotti – Opera Pia” e, dal 1982, “Centro Residenziale per Anziani Menotti Bassani”, con natura giuridica di Istituto di pubblica assistenza e beneficienza (IPAB). Con legge regionale del 2004 è diventata una Fondazione di diritto privato.

L’Ente, al suo insediamento in località Brianza, disponeva dei due padiglioni “A” e “B”, una casa per abitazione Custode, una casa denominata ”Villa Elisa” per abitazione delle suore e circa mq.35.000 di terreno adibito a parco e giardino. Sempre a seguito di donazioni private si è aggiunto nel 1973 il Padiglione “C”.

Il 5 gennaio 1985 moriva il Presidente Avv. Franco Bassani, lasciando beni immobili all’Ente, con usufrutto alla moglie Eugenia (Giannina) Scotti che, vissuta fino al 2005, ha completato l’opera finanziando la costruzione del padiglione “D” struttura protetta per cronici gravi o allettati, e del collegamento tra i padiglioni.

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I tre padiglioni sono stati poi ridefiniti in Residenze (Riconosciute Ente Unico con decreto della Regione Lombardia) intitolate a Franco Bassani (A-B), Giannina Scotti (C) e al cav. Gennaro Arioli (D), che come sindaco di Laveno Mombello negli anni ’60 aveva efficacemente sostenuto l’iniziativa dell’avv. Bassani e che della Fondazione è stato poi presidente dal 1986 al 2008.

Nel 2003 è stata costituita la “Associazione Amici del Centro Anziani Menotti Bassani (AMBA)”, che promuove gruppi di volontari per le attività di animazione a favore degli ospiti, per il trasporto degli ospiti e dei visitatori, per l’organizzazione di eventi celebrativi, ricreativi e culturali che rendono il Centro Anziani un luogo di riferimento per la cittadinanza.

Nel periodo recente sono state avviate altre unità d’offerta territoriali ed effettuati interventi di riqualificazione così riepilogate:

  • 2012 Centro Diurno Integrato al piano terreno della residenza Bassani;
  • 2012 Reparto protetto per malati affetti da morbo di Alzheimer al piano terreno della residenza Scotti;
  • 2013 Reparto Hospice nella residenza Arioli;
  • 2013 RSA aperta – attività a domicilio;
  • 2014 Mini alloggi protetti per persone autosufficienti a Villa Elisa;
  • 2019 Ampliamento soggiorni residenza Bassani;
  • 2022 Alloggi presso Casa Frascoli per anziani autosufficienti nel centro di Laveno;
  • 2023 Cure Palliative domiciliari
  • 2024 ODC Ospedale di comunità

La Fondazione oggi

La Fondazione Menotti Bassani ha lo scopo di provvedere all’assistenza ed al mantenimento di persone anziane, inabili al lavoro o che, per ragioni personali o familiari, vengano a trovarsi nell’impossibilità di vivere da soli o presso la propria famiglia.

La Fondazione è retta da un Consiglio di Amministrazione presieduto da Carlo Sironi.

La Fondazione eroga le seguenti offerte assistenziali in strutture autorizzate, accreditate e a contratto con l’ATS Insubria – Agenzia di Tutela della Salute dell’Insubria di Varese tramite le seguenti unità d’offerta:

Residenza “Franco Bassani”: n. 120 posti abilitati all’esercizio, di cui 114 autorizzati e accreditati a contratto, 6 autorizzati e accreditati ma non a contratto con ATS.

Residenza “Giannina Scotti”: n. 103 posti abilitati all’esercizio, di cui 101 autorizzati e accreditati a contratto, 2 autorizzati e accreditati ma non a contratto con A.T.S.

Residenza “Gennaro Arioli”: 51 posti abilitati all’esercizio di cui 47 autorizzati e accreditati a contratto, 4 autorizzati e accreditati ma non a contratto con A.T.S.

Hospice: 10 posti accreditati a contratto

R.S.A. aperta: assistenza a domicilio;

UPCDom: Cure palliative domiciliari.

Centro Diurno Integrato: 20 posti accreditati a contratto per assistenza diurna;

Mini alloggi protetti “Villa Elisa”: 6 unità con assistenza parziale per singolo o coppie;

Residenza Frascoli: 9 unità abitative per autosufficienti in Laveno.

Ospdale di comunità: 15 posti accreditati a contratto.